Foto – © Hockey Club Lugano
Il Lugano nel pomeriggio di venerdì ha presentato il suo nuovo allenatore Tomas Mitell. Il 44.enne svedese ha deciso di abbracciare la causa bianconera dopo aver diretto il Färjestad per quattro campionati, squadra con la quale ha festeggiato il titolo nazionale nel 2022 subentrando a stagione in corso ed ha ottenuto il premio di allenatore dell’anno al termine della stagione 2023/2024. Non va dimenticata inoltre la finale di Champions Hockey League disputata lo scorso 18 febbraio alla Swiss Life Arena e persa contro gli ZSC Lions.
Il biglietto da visita di Mitell è dunque notevole. Il suo Färjestad si è contraddistinto soprattutto in regular season, spiccando particolarmente in fase offensiva – miglior attacco nelle ultime due stagioni – con dei numeri per contro discreti in retrovia. Nonostante i buoni risultati, dopo la citata conquista del campionato la squadra di Karlstad è sempre stata eliminata allo stadio dei quarti di finale dei play-off. Ciò non nega la bontà del lavoro svolto dal neo coach bianconero, il quale porterà in riva al Ceresio una solidissima esperienza anche internazionale.
A coadiuvarlo ci sarà il suo connazionale Stefan Hedlund, 50 anni il prossimo 30 maggio, nei panni di “Associate Coach”: in sintesi, un assistente allenatore con compiti speciali. Hedlund, licenziato dal Rapperswil alla metà della stagione appena conclusa, era già stato molto vicino al Lugano lo scorso mese di gennaio nell’imminenza dell’esonero di Luca Gianinazzi, anche in virtù del fatto che Janick Steinmann già allora era la prima scelta alla successione di Hnat Domenichelli nel ruolo di direttore sportivo, salvo poi accasarsi a Ginevra, con il quale aveva un accordo anche per il campionato venturo che prevedeva una clausola d’uscita, fatta valere dallo svedese. La sua approfondita conoscenza del nostro campionato sarà importante al fine di permettere a Mitell di integrarsi al meglio nella realtà dell’hockey svizzero.
Il duo scandinavo, con l’ausilio di Steinmann, è dunque pronto a ricostruire – perlomeno per quanto riguarda la parte sportiva – un Lugano uscito malconcio da un’annata semplicemente catastrofica, ma lo farà con la consapevolezza di non avere in mano alcuna bacchetta magica. Alla Cornèr Arena ha dunque preso il via la cultura dei piedi per terra: nessun obiettivo a lungo termine, solo lavoro quotidiano e messa in pratica delle idee e della filosofia del nuovo staff tecnico, completato dal confermato Paolo Morini e da un nuovo preparatore dei portieri che, stando ai bene informati, dovrebbe arrivare dalla Finlandia.
Nessuna bacchetta magica, dicevamo. Sì, perché il roster della prossima stagione non sarà molto diverso da quello che ha concluso la stagione a Porrentruy, fatta eccezione per gli stranieri. Mitell ha speso belle parole per Dahlström – che ha allenato nella stagione 2023/2024 – definendolo come un elemento che potrà dare una mano in futuro. Il difensore svedese è reduce da un’annata agghiacciante ma comunque contraddistinta da ottimi numeri in fase difensiva, e non va nemmeno dimenticato che, prima di firmare con il Lugano, è stato vicino al Rapperswil di Steinmann e Hedlund. Andrà poi chiarita la posizione di Jiri Sekac e Michael Joly, anch’essi con un contratto valido per la prossima stagione ma tutt’altro che certi di rimanere in bianconero. Il nuovo DS ha lasciato aperto ogni scenario, dicendo di volerli vedere ancora ad agosto, a patto che accetteranno la nuova filosofia del club.
Non sarà tuttavia una rivoluzione completa, come in tanti si auspicavano al termine del play-out contro l’Ajoie. Nell’incipit della conferenza stampa di venerdì scorso la presidente Vicky Mantegazza ha voluto sottolineare la nuova struttura «più snella e diretta» con alla testa la stessa presidente, il CEO che si occuperà delle questioni aziendali e che dovrà rispondere al Consiglio di Amministrazione e il General Manager che avrà piena autonomia per quanto riguarda la parte sportiva nel rispetto del budget, rendendo conto al CEO. L’organigramma così presentato sancisce la fine del tanto chiacchierato – e criticato – “Gruppo Sport”: cambia la trama, quindi, ma non gli attori. Questi ultimi dovranno essere molto bravi a rispettare i singoli ruoli: solo così, a Lugano, si potrà iniziare a parlare di cambiamento.
